L'acquario "facile"
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L'acquario "facile"
In un mondo sempre piu' "tecnologico" poteva l'acquariologia, probabilmente uno degli hobby piu' interessanti in assoluto, rimanere indietro Assolutamente no: infatti nei nostri acquari siamo pieni di robe tecnologiche "Robe" che pero' non ci facilitano il piacere di goderci in santa pace il nostro piccolo pezzo di natura in casa. Al contrario, ce lo rendono complicato ed in definitiva ci distraggono anche da cio' che rappresenta e costituisce questo bellissimo hobby: i pesci e/o quant'altro di vivo vi e' in esso. Cioe' la "sfida" oggi tra gli acquariofili non e' piu' tra chi riproduce prima (e meglio) un determinato animale, una pianta o un corallo ma unicamente tra chi possiede l'ultimo "importante" accessorio del mercato...
Bene...fermiamoci un po' tutti, in questa corsa sfrenata al denaro, a riconsiderare (e a ricordare) quello che era l'acquariologia 20 o 30 anni fa. Allora si sapevano le stesse cose che si sanno oggi (e non e' che ci si e' mossi molto da li' ) e che rappresentano ancora, malgrado i progressi della scienza, le "basi" di una corretta acquariologia. L'unica differenza col passato e' che oggi disponiamo di terreni super fertilizzanti, di prodotti chimici di eccezionale validita', di sofisticatissimi impianti per la diffusione di anidride carbonica (e non ne parliamo se per caso ne contassimo tre di bolle invece di quattro al minuto o giu' di li: saremmo capaci di non dormirci la notte ), di mega schiumatoi "tutto fare", di potentissimi filtri "da trote", etc. etc. E allora Abbiamo gli stessi problemi di un tempo, forse di piu': cioe' alghe a manetta, pesci stressati e malattie.
Per cui perche' non rileggiamo (e riflettiamo su) le vecchie riviste del settore cercando di scoprire il "segreto" di un'acquariologia diversa, antica e molto ma molto piu' naturale rispetto a quella di oggi Perche' non riconsiderare, ad esempio, la torba come un incredibile (ed economico) strumento di fertilizzazione a tutti i livelli negli acquari d'acqua dolce Perche' non riconsiderare, ad esempio, il buon e vecchio filtro interno meccanico-biologico anche negli acquari d'acqua marina E via dicendo Questa per me era ed e' ancora cio' che definisco come un'acquariofilia "facile", alla portata di tutti (e di tutte le tasche) e soprattutto concentrata su cio' che e' il reale interesse nell'avere un acquario in casa: gli animali che vi sono dentro
Questo e' insomma il concetto di acquario facile che vorrei portare avanti successivamente in questo forum anche ricorrendo ad esempi pratici. Voglio dire che per me un acquario e' "facile" anche se per la sua filtrazione biologica dell'acqua ricorresse a dei materiali di semplice utilizzo e a sistemi diversi oramai passati di moda ma pur sempre validi ed efficacissimi. Riguardo a cio' ho fatto molta esperienza pratica e sicuramente ve ne parlero' in seguito. Per ora riflettete su quanto detto e, come sempre, fatemi sapere la vostra opinione. Ciao
Bene...fermiamoci un po' tutti, in questa corsa sfrenata al denaro, a riconsiderare (e a ricordare) quello che era l'acquariologia 20 o 30 anni fa. Allora si sapevano le stesse cose che si sanno oggi (e non e' che ci si e' mossi molto da li' ) e che rappresentano ancora, malgrado i progressi della scienza, le "basi" di una corretta acquariologia. L'unica differenza col passato e' che oggi disponiamo di terreni super fertilizzanti, di prodotti chimici di eccezionale validita', di sofisticatissimi impianti per la diffusione di anidride carbonica (e non ne parliamo se per caso ne contassimo tre di bolle invece di quattro al minuto o giu' di li: saremmo capaci di non dormirci la notte ), di mega schiumatoi "tutto fare", di potentissimi filtri "da trote", etc. etc. E allora Abbiamo gli stessi problemi di un tempo, forse di piu': cioe' alghe a manetta, pesci stressati e malattie.
Per cui perche' non rileggiamo (e riflettiamo su) le vecchie riviste del settore cercando di scoprire il "segreto" di un'acquariologia diversa, antica e molto ma molto piu' naturale rispetto a quella di oggi Perche' non riconsiderare, ad esempio, la torba come un incredibile (ed economico) strumento di fertilizzazione a tutti i livelli negli acquari d'acqua dolce Perche' non riconsiderare, ad esempio, il buon e vecchio filtro interno meccanico-biologico anche negli acquari d'acqua marina E via dicendo Questa per me era ed e' ancora cio' che definisco come un'acquariofilia "facile", alla portata di tutti (e di tutte le tasche) e soprattutto concentrata su cio' che e' il reale interesse nell'avere un acquario in casa: gli animali che vi sono dentro
Questo e' insomma il concetto di acquario facile che vorrei portare avanti successivamente in questo forum anche ricorrendo ad esempi pratici. Voglio dire che per me un acquario e' "facile" anche se per la sua filtrazione biologica dell'acqua ricorresse a dei materiali di semplice utilizzo e a sistemi diversi oramai passati di moda ma pur sempre validi ed efficacissimi. Riguardo a cio' ho fatto molta esperienza pratica e sicuramente ve ne parlero' in seguito. Per ora riflettete su quanto detto e, come sempre, fatemi sapere la vostra opinione. Ciao
Renato- Admin
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Re: L'acquario "facile"
Ora onestamente non so (o non ricordo) chi abbia "inventato" per primo il buon vecchio acquario in tutto vetro con tanto di filtro interno a scatola e cornice, ma sicuramente sapeva quello che stava facendo...
Dico cio' perche', per lo meno da parte degli acquariofili piu' "stagionati", non si puo' non ammettere che quegli acquari funzionassero incredibilmente mooolto meglio di quelli moderni ed anche da piu' di 10 anni a questa parte. E a tal proposito ho sempre pensato che quegli acquari avessero un qualche "segreto" ma talmente evidente da risultare piu' che decifrabile con un minimo di cultura acquariologica. Percio' il risultato di quelle mie "riflessioni" e' questo che vi andro' a riferire...
Penso che i "punti di forza" di quell'acquario siano stati due, strutturalmente parlando.
Iniziamo dal primo: l'altezza della "cornice", cioe' dello spazio aereo adibito ad ospitare le lampade con relativo coperchio (in vetro) a chiudere il tutto.
Eccone un (modestissimo) esempio fotografico:
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In un acquario di questo tipo l'altezza della "cornice" varia tra i 7 e i 10 cm. Ed e' molto importante in relazione alla quantita' d'aria presente sulla sommita' della superficie dell'acqua. Aria che, circolando (e rinnovandosi) attraverso sia le fessure del coperchio che del foro centrale dello stesso (atto a sollevarlo in caso di manutenzione dell'acquario stesso), permette non solo la giusta ossigenazione dell'acqua sottostante ma anche una veloce diluizione (con l'ossigeno atmosferico) e successiva evaporazione della CO2 prodotta dall'intero "sistema-acquario". In piu' l'altezza di quello spazio aereo consente il giusto grado di umidita' sia a pesci in grado di integrare la respirazione acquatica con quella aerea e sia anche a tutte quelle piante "galleggianti" che vivono e prosperano sulla superficie dell'acqua. Ma ripeto: un fattore che concorre(va), rispetto agli acquari moderni, alla funzionalita' di questo considerevole, spazio aereo e' la possibilita' che l'aria circoli. Cosa di difficile attuazione non solo nelle vasche chiuse di moderna concezione ma anche in quelle costruite come quelle di una volta ma con coperchi in plastica tendenti a chiudere tutta la superficie dell'acquario.
Alla prossima con il secondo "punto di forza" di quei meravigliosi acquari
Dico cio' perche', per lo meno da parte degli acquariofili piu' "stagionati", non si puo' non ammettere che quegli acquari funzionassero incredibilmente mooolto meglio di quelli moderni ed anche da piu' di 10 anni a questa parte. E a tal proposito ho sempre pensato che quegli acquari avessero un qualche "segreto" ma talmente evidente da risultare piu' che decifrabile con un minimo di cultura acquariologica. Percio' il risultato di quelle mie "riflessioni" e' questo che vi andro' a riferire...
Penso che i "punti di forza" di quell'acquario siano stati due, strutturalmente parlando.
Iniziamo dal primo: l'altezza della "cornice", cioe' dello spazio aereo adibito ad ospitare le lampade con relativo coperchio (in vetro) a chiudere il tutto.
Eccone un (modestissimo) esempio fotografico:
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In un acquario di questo tipo l'altezza della "cornice" varia tra i 7 e i 10 cm. Ed e' molto importante in relazione alla quantita' d'aria presente sulla sommita' della superficie dell'acqua. Aria che, circolando (e rinnovandosi) attraverso sia le fessure del coperchio che del foro centrale dello stesso (atto a sollevarlo in caso di manutenzione dell'acquario stesso), permette non solo la giusta ossigenazione dell'acqua sottostante ma anche una veloce diluizione (con l'ossigeno atmosferico) e successiva evaporazione della CO2 prodotta dall'intero "sistema-acquario". In piu' l'altezza di quello spazio aereo consente il giusto grado di umidita' sia a pesci in grado di integrare la respirazione acquatica con quella aerea e sia anche a tutte quelle piante "galleggianti" che vivono e prosperano sulla superficie dell'acqua. Ma ripeto: un fattore che concorre(va), rispetto agli acquari moderni, alla funzionalita' di questo considerevole, spazio aereo e' la possibilita' che l'aria circoli. Cosa di difficile attuazione non solo nelle vasche chiuse di moderna concezione ma anche in quelle costruite come quelle di una volta ma con coperchi in plastica tendenti a chiudere tutta la superficie dell'acquario.
Alla prossima con il secondo "punto di forza" di quei meravigliosi acquari
Renato- Admin
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Re: L'acquario "facile"
La seconda caratteristica determinante per il successo e la facile manutenzione di questo tipo di acquario era/e' il famosissimo filtro interno a scatola, idea, si diceva, del buon vecchio (e compianto) Werther Paccagnella, fondatore dell'Acquario di Bologna prima e del notissimo Euraquarium poi.
E giusto per capirci...
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Bene...come vedete nel disegno la circolazione dell'acqua avviene entrando in questa scatola tramite dei fori in basso disposti da un lato (in comunicazione col fondo della vasca) e riuscendo dall'altro lato in alto. Usualmente la pompa veniva attaccata ad un tubo che buttava l'acqua filtrata proprio dall'altro lato della vasca, come anche il disegno (spero) spiega. Ed era/e' proprio questo un altro elemento importante nell'estrema funzionalita' e "naturalezza" di questo tipo di filtro: mi spieghero' meglio
Voglio dire che si sarebbe potuto semplicemente far uscire l'acqua in arrivo dal filtro senza "prolungare" la sua corsa tramite un tubo. Invece no: proprio in quel modo si evitano turbolenze eccessive a carico dell'intero ambiente acquatico e si stabilisce una "corrente" ed un percorso dell'acqua il piu' naturale possibile. Secondariamente l'effetto "a cascata" dell'acqua contribuisce a rompere quella fastidiosa pellicola in superficie (di origine batterica) che si forma sempre in acquari di recente allestimento.
Ora diamo un'occhiata al'interno di questo filtro "a scatola" di vecchia concezione ma pur sempre attualissimo...
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Il modello raffigura il tipico "tre scomparti" in cui nel primo (in conttatto con l'acqua dell'acquario tramite dei fori in basso) si pone un termoriscaldatore e (volendo) anche una "pietra porosa" il cui potere ossigenante favorira' il mantenimento di un'efficiente colonia batterica nitrificante, nel secondo tutto il o i materiali per il filtraggio meccanico e biologico ed infine nel terzo ed ultimo scomparto una pompa che non superi una potenza in l/h di due o tre volte al massimo il litraggio netto complessivo dell'acquario.
Parliamo ora dello scomparto centrale di un filtro di questo tipo, quello adibito alla filtrazione "meccanica" (cioe' alla pulizia dell'acqua) e "biologica" (riguardo la decomposizione di tutte le sostanze di rifiuto prodotte da pesci e piante) dell'acquario.
I materiali da me scelti (e "collaudati" negli anni) sono un blocco di spugna medium size per acquari per il filtraggio "meccanico" (dello spessore minimo di piu' di 5 cm) e del Siporax originale per la filtrazione "biologica" unitamente a dei comunissimi "cannolicchi" di ceramica. Un filtro di questo tipo e caricato con questa disposizione e tipo di materiali e', a parte una periodica pulizia della prima parte di esso, assolutamente efficiente e soprattutto "eterno": provare per credere...
Nella prossima puntata parleremo anche di arredamento di un acquario "facile": stay tuned
P.S. Nel disegno fotografico dell'interno del filtro, nel primo scomparto a sx di entrata dell'acqua "A" sta per aereatore (cioe' pietra porosa) ed "R" sta per riscaldatore; mentre nel terzo ed ultimo scomparto a dx "P" sta per pompa. Le frecce invece rappresentano la circolazione dell'acqua al suo interno.
E giusto per capirci...
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Bene...come vedete nel disegno la circolazione dell'acqua avviene entrando in questa scatola tramite dei fori in basso disposti da un lato (in comunicazione col fondo della vasca) e riuscendo dall'altro lato in alto. Usualmente la pompa veniva attaccata ad un tubo che buttava l'acqua filtrata proprio dall'altro lato della vasca, come anche il disegno (spero) spiega. Ed era/e' proprio questo un altro elemento importante nell'estrema funzionalita' e "naturalezza" di questo tipo di filtro: mi spieghero' meglio
Voglio dire che si sarebbe potuto semplicemente far uscire l'acqua in arrivo dal filtro senza "prolungare" la sua corsa tramite un tubo. Invece no: proprio in quel modo si evitano turbolenze eccessive a carico dell'intero ambiente acquatico e si stabilisce una "corrente" ed un percorso dell'acqua il piu' naturale possibile. Secondariamente l'effetto "a cascata" dell'acqua contribuisce a rompere quella fastidiosa pellicola in superficie (di origine batterica) che si forma sempre in acquari di recente allestimento.
Ora diamo un'occhiata al'interno di questo filtro "a scatola" di vecchia concezione ma pur sempre attualissimo...
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Il modello raffigura il tipico "tre scomparti" in cui nel primo (in conttatto con l'acqua dell'acquario tramite dei fori in basso) si pone un termoriscaldatore e (volendo) anche una "pietra porosa" il cui potere ossigenante favorira' il mantenimento di un'efficiente colonia batterica nitrificante, nel secondo tutto il o i materiali per il filtraggio meccanico e biologico ed infine nel terzo ed ultimo scomparto una pompa che non superi una potenza in l/h di due o tre volte al massimo il litraggio netto complessivo dell'acquario.
Parliamo ora dello scomparto centrale di un filtro di questo tipo, quello adibito alla filtrazione "meccanica" (cioe' alla pulizia dell'acqua) e "biologica" (riguardo la decomposizione di tutte le sostanze di rifiuto prodotte da pesci e piante) dell'acquario.
I materiali da me scelti (e "collaudati" negli anni) sono un blocco di spugna medium size per acquari per il filtraggio "meccanico" (dello spessore minimo di piu' di 5 cm) e del Siporax originale per la filtrazione "biologica" unitamente a dei comunissimi "cannolicchi" di ceramica. Un filtro di questo tipo e caricato con questa disposizione e tipo di materiali e', a parte una periodica pulizia della prima parte di esso, assolutamente efficiente e soprattutto "eterno": provare per credere...
Nella prossima puntata parleremo anche di arredamento di un acquario "facile": stay tuned
P.S. Nel disegno fotografico dell'interno del filtro, nel primo scomparto a sx di entrata dell'acqua "A" sta per aereatore (cioe' pietra porosa) ed "R" sta per riscaldatore; mentre nel terzo ed ultimo scomparto a dx "P" sta per pompa. Le frecce invece rappresentano la circolazione dell'acqua al suo interno.
Renato- Admin
- Messaggi : 384
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Località : Chieti, Italia
Re: L'acquario "facile"
Molto interessante Renato, sono lezioni utilissime che mi sono sempre preposto di affrontare un giorno.
La gente si ammazza per tarare phmetri e altre diavolerie, ma gli errori piu' comuni sono proprio legati a questi aspetti "basic".
Un filtro ben strutturato è un investimento.
Una domanda:
è casuale o metti volontariamente i siporax prima dei cannolicchi normali?
sarebbe meglio il contrario o c'e' un motivo preciso?
is all set, my friend
La gente si ammazza per tarare phmetri e altre diavolerie, ma gli errori piu' comuni sono proprio legati a questi aspetti "basic".
Un filtro ben strutturato è un investimento.
Una domanda:
è casuale o metti volontariamente i siporax prima dei cannolicchi normali?
sarebbe meglio il contrario o c'e' un motivo preciso?
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Alessandro Falco- Messaggi : 3
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Re: L'acquario "facile"
Ti ringrazio per la domanda molto pertinenteAlessandro Falco ha scritto:Una domanda:
è casuale o metti volontariamente i siporax prima dei cannolicchi normali?
sarebbe meglio il contrario o c'e' un motivo preciso?
Diciamo che l'ho sempre fatto volontariamente per destinare al primo filtraggio biologico solamente i cannoliccchi "buoni", diciamo cosi'
Cmq, ad esempio, la Sera (che per prima ha distribuito quelli di vetro sinterizzato denominati "Siporax", voglio dire gli originali) consiglia, anche graficamente sulle sue confezioni di questo prodotto, di sistemarli dopo i cannolicchi normali e cioe' nell'ultimo spazio rimanente nel filtro subito prima della pompa. Cio' per sfruttare al massimo una qualita' di questo prodotto che l'ha reso cosi' famoso: creare un supporto anche per i batteri che riducano i nitrati fino allo stato gassoso, presupponendo quella parte del filtro come lo stadio terminale della filtrazione biologica e quindi con un tenore di ossigeno piu' basso rispetto alla prima. Ad ogni modo ci si puo' regolare come si vuole perche' cmq la sostanza del discorso che ho intrapreso non cambierebbe, parlando cmq di un acquario "facile" da gestire. Ciao mitico
P.S. Ora che mi ci fai pensare ricordo di aver letto qualcosa riguardo ancora la classica filtrazione di tipo meccanico-biologico di cui stiamo parlando. Qualcosa pero' come dire di...diametralmente opposta: te/ve ne parlero' alla prossima
Renato- Admin
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Re: L'acquario "facile"
Bene: si diceva a proposito di un'altra teoria riguardante la filtrazione (meccanica) biologica di un acquario "facile". Essa funziona esattamente all'opposto di tutto cio' che oggi si conosca. Infatti in questa teoria di un noto acquariofilo tedesco di fama interzionale (di cui purtroppo non ricordo il nome) la filtrazione dell'acqua di un acquario avviene partendo dal materiale piu' grosso per arrivare a quello piu' fine: quindi l'azione meccanica si espleta a livello di cannolicchi o di ghiaia di differente pezzatura e quella biologica tramite delle normalissime spugne per uso acquariologico. Di seguito un disegno per chiarire meglio questo differente sistema e...alla prossima
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P.S. Anche qui (partendo da sinistra a destra e dal basso verso l'alto) "A" sta per aereatore (cioe' pietra porosa), "R" per riscaldatore, "SP. F." per spugna fine e "P" per pompa. Le frecce invece indicano la direzione dell'acqua all'interno del filtro.
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P.S. Anche qui (partendo da sinistra a destra e dal basso verso l'alto) "A" sta per aereatore (cioe' pietra porosa), "R" per riscaldatore, "SP. F." per spugna fine e "P" per pompa. Le frecce invece indicano la direzione dell'acqua all'interno del filtro.
Renato- Admin
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Re: L'acquario "facile"
renato ti volevo chiedere se al posto dei siporax potevo utilizzare dei cilindri filtranti ultraporosi che già ho? , poi nell'ultimo vano filtro sotto la pompa sp. f. sta per spugna fine?
lucatlb- Messaggi : 24
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Re: L'acquario "facile"
Ciao Luca, ben ritrovato
Allora...si, puoi usare il materiale che hai. Parlavo del "Siporax" solo perche', come ben sai, e' ancora uno dei migliori prodotti per il filtraggio biologico esistenti oggi sul mercato.
p.s. la dicitura "sp. f." sta per spugna fine
Allora...si, puoi usare il materiale che hai. Parlavo del "Siporax" solo perche', come ben sai, e' ancora uno dei migliori prodotti per il filtraggio biologico esistenti oggi sul mercato.
p.s. la dicitura "sp. f." sta per spugna fine
Renato- Admin
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